La giovane produttrice di Barolo Sara Vezza di Monforte d’Alba (Cn), è tra i tre finalisti del premio Ue Organic Awards, nella categoria Best Organic Farmer.
Cos’è il premio Ue Organic Awards?
Un concorso voluto dall’Unione Europea per dare visibilità alle aziende virtuose nel biologico. La nostra piemontese Sara Vezza è l’unica italiana in finale, ed è stata scelta dalla giuria speciale dell’Unione Europea insieme all’austriaca Katharina Lichtmannsperger e alla spagnola Nazaret Mateos Alvarez.
La vincitrice sarà annunciata il 23 settembre a Bruxelles.
«Essere contadino significa vivere la grande responsabilità della terra che abbiamo ereditato e che lasceremo ai nostri figli – dice la vignaiola – è tempo di fare scelte serie, consapevoli e volte al futuro. Oggi alla mia generazione tocca un cambio di mentalità per ritornare a scelte sostenibili e a un’economia del non-spreco: recupero delle acque utilizzate in cantina, risposte dalla genetica su cloni resistenti alla siccità, agricoltura di precisione che riduca i consumi idrici allo stretto necessario. Ai tempi dei miei nonni si risparmiava perché non c’erano soldi. Oggi è necessario risparmiare risorse perché sono limitate. E non solo l’acqua e l’energia, ma tutte le materie prime».
L’Unione Europea premia chi pensa e agisce secondo i principi della produzione agricola biologica, influendo positivamente su clima, ambiente, mantenimento della biodiversità e benessere animale e il progetto di Sara è in linea con questi valori.
L’Ue ha anche introdotto degli obiettivi da raggiungere entro il 2030 tra cui la riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti destinando il 25 per cento della superficie agricola al biologico.
Sara Vezza – L’azienda
L’azienda Sara Vezza, anche proprietaria del brand Josetta Saffirio, ha ottenuto la certificazione dal CCPB, metodo biologico che prevede l’utilizzo in vigneto solo di prodotti di copertura dalle malattie fungine che attaccano la vite, quali rame e zolfo. Quindi nessun utilizzo di pesticidi, insetticidi e diserbanti tra i filari curati da Sara e dal suo staff.
«Coltiviamo un bosco per immettere ossigeno nell’ambiente e creare biodiversità. È un’oasi dove gli animali selvatici possano rifugiarsi, poiché la viticoltura ha preso il sopravvento soprattutto in Langa. Il mio obiettivo è di valorizzare il territorio, raccontandolo attraverso vini che sono espressione autentica del suolo da cui nascono» dice Sara che ha scelto la certificazione biologica, SQNPI, e coltiva le vigne rispettando la biodiversità dei suoli. Inoltre, aderisce al progetto VITA di sostenibilità, riconosciuto dal ministero della Transizione Ecologica. «Quando ho iniziato, producevo poche migliaia di bottiglie. Oggi il mio marchio ha un grande appeal, grazie non solo ai terreni a Barolo di famiglia, ma ad acquisizioni di nuovi vigneti e all’impegno sempre crescente di investire in qualità».
Quella di Josetta Saffirio è una storia antica, che inizia alla fine dell’Ottocento con il primo Saffirio, Giovanni Battista, che si sposta a vivere nella Langa, a Monforte d’Alba.
Nei primi anni del Novecento, Ernesto – nonno di Sara, inizia a coltivare i suoi vigneti. Nel 1975, giovanissima, Josetta decide di occuparsi dei vigneti del padre. Laureata in agraria e affiancata dal marito Roberto, enologo, inizia a coltivare le vigne piantate dai nonni subito dopo la seconda guerra mondiale.
Sara Vezza, classe 1980, mamma di tre figli Clara, Cecilia, Giovanni e Cesare, rappresenta la quinta generazione di questa meravigliasa famiglia di contadini.
Negli anni 90, Sara raccoglie l’eredità dei genitori Josetta e Roberto e decide di dedicarsi anche lei alla viticoltura.
A 22 anni la sua prima vendemmia che ha visto uscire sul mercato poco meno di 1000 bottiglie.
Proprio nell’estate del 2022 Sara ha esercitato il diritto di prelazione su 6 ettari di vigne a Monforte d’Alba di proprietà della madre Josetta Saffirio che aveva abbandonato la scena vinicola nel 1992.
I terreni erano già da anni stati affittati e condotti dalla giovane vignaiola: «Ho riunito vigneti e azienda dopo 20 anni. È stata una scelta coraggiosa e faticosa, dettata dal profondo legame e senso di rispetto verso i sacrifici fatti da nonno Ernesto e da papà Roberto. Gli obiettivi per i prossimi tre anni sono quelli di rivolgere lo sguardo al distretto dell’Alta Langa e aumentare la produzione di bianchi e spumanti».
Due linee di etichette
- La storica Josetta Saffirio, con i simpatici e inconfondibili gnomi.
- La linea evoluzione Sara Vezza con i simboli aristotelici.
Oggi sono 11,5 gli ettari vitati della cantina e la scelta delle varietà autoctone Nebbiolo, Barbera e Rossese Bianco rappresenta un altro punto importante nella filosofia di rispetto per il terriotorio da parte della produttrice.
Le bottiglie ora si aggirano intorno alle 100 mila all’anno e la cantina ha ottenuto la certificazione biologica.
Recentemente Sara ha acquisito 16 ettari a Murazzano dove sta piantando Pinot Nero e Chardonnay per produrre Alta Langa, le bollicine piemontesi.