Sabato 28 settembre presso il B&B Casa Wallace di Cremolino, si è svolto l’evento “Ovada incontra il Piemonte” organizzato dal consorzio dell’Ovada DOCG.
Interessante è stato partecipare ad una degustazione di 12 dolcetti alla cieca provenienti da tre diverse zone del Piemonte: Ovada, Dogliani e Diano d’Alba.
L’obiettivo dell’incontro era quello di ritrovare, attraverso una degustazione alla cieca, caratteristiche comuni del vitigno Dolcetto e aspetti e peculiarità nelle diverse zone di produzione.
La degustazione è stata condotta da Jonathan Gebser redattore della guida Slow Wine, insieme a lui hanno commentato gli assaggi diversi sommelier ed esperti di enogastronomia.
Tra il pubblico giornalisti, produttori di vino e rappresentanti delle varie associazioni di categoria di sommelier.
Tre sono state le batterie di dolcetti serviti rigorosamente alla cieca da sommelier dell’Ais.
Le annate assaggiate andavano dal 2017 al 1998.
Non poche sono state le sorprese che ci hanno riservato i vini.
Nella prima batteria di annate giovani, le caratteristiche sono emerse in modo più marcato.
- I dolcetti di Diano d’Alba si riconoscevano più facilmente perché caratterizzati da un frutto più espressivo, da una dolcezza spiccata e dal tannino levigato.
- I dolcetti di Dogliani provenienti da terreni di marna con vene sabbiose erano più decisi ed evoluti, con una struttura più profonda e sentori terziari preponderanti rispetto ai fruttati.
- I dolcetti di Ovada spiccavano per l’acidità più spinta, il tannino deciso e per una struttura importante data dalla vena minerale dei terreni di provenienza.
L’invecchiamento in legno (soprattutto botte grande) e il passare degli anni hanno reso più difficoltosa l’individuazione della zona di provenienza nelle batterie di vini di annate più lontane.
Diverse sono state le sorprese e alcuni vini hanno fatto discutere, in particolare vini provenienti da agricoltura biologica e biodinamica.
Al termine delle tre batterie, la degustazione si è conclusa, con l’assaggio di un vino del 2005 del mitico Pino Ratto, produttore ovadese scomparso purtroppo ormai da cinque anni. Commovente è stato il ricordo fatto di lui da Walter Massa, ricco di aneddoti che hanno incantato la sala per diversi minuti.
A seguire le porte di Casa Wallace sono state aperte al pubblico con banchi di assaggio di diversi produttori di dolcetto di Ovada e di molti vini piemontesi (spumanti, bianchi, rossi giovani e rossi invecchiati e vini dolci).
Ad accompagnare i vini, sei portate preparate da chef importanti con l’ausilio dei ragazzi della scuola alberghiera.
Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra
- la bottega del vino di Dogliani
- la Cantina Comunale di Diano d’Alba
- l’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato
Qualche parola in più sulle tre DOCG a base dolcetto
Il dolcetto di Diano d’Alba viene prodotto con uve provenienti da vigne molto soleggiate. In dialetto questi cru prendono il nome di Sorì che significa letteralmente “esposto al sole”. I “Sorì” riconosciuti ufficialmente sono 76 e vanno ad indicare con precisione la vigna che ha prodotto l’uva usata per vinificare il dolcetto. La DOC Diano d’Alba è nata nel 1974 e e la Docg nel 2010.
Il Dolcetto di Dogliani nasce da vigne poste in 21 comuni, su una superficie vitata di circa 900 ettari. 76 sono le menzioni geografiche aggiuntive di questo territorio. La DOC è stato ottenuta nel 1974 e la Docg nel 2005.
Il Consorzio Ovada Docg riunisce 37 aziende produttrici (80% circa del totale) che hanno aderito al bando del PSR, con lo scopo di promuovere il percorso di qualità dell’Ovada Docg con il patrocinio dell’Enoteca Regionale.
Il vino Ovada Docg è vinificato a partire da 100% uva dolcetto, raccolta in 22 comuni dell’alto Monferrato ovadese. La DOC è stata ottenuta nel 1972 e la Docg nel 2008.