Il 3 e il 10 ottobre 2022 si sono svolte presso l’Enoteca Regionale di Ovada due interessanti masterclass sull’Ovada Docg organizzate da Slow Food del Gavi e Ovada insieme al Consorzio di Tutela dell’Ovada Docg per promuovere l’evento Ovada Revolution che si terrà il 23 ottobre 2022 e che coinvolgerà ben 22 cantine che producono questa denominazione.
I relatori
- Davide Ferrarese – Agrotecnico Vignaveritas
- Marco Santarelli – Consulente Enologo Vinovi
- Gianluigi Corona – Enologo Delegato Onav
Tre relatori di eccellenza ci hanno condotto in un viaggio ideale per i territori e i suoli di produzione dell’Ovada Docg, guidandoci passo passo alla scoperta delle caratteristiche del vino – con 12 assaggi alla cieca nelle due serate – soffermandosi sulle differenze dovute all’annata, alla zona, alla tipologia di terreno, allo stile del produttore.
Davide Ferrarese attraverso una serie di cartine tematiche preparate appositamente per l’evento ci ha raccontato le peculiarità del territorio dell’Ovada.
L’area di produzione dell’Ovada è situata nella zona centro-meridionale della provincia di Alessandria, al confine con la Liguria. Comprende 22 comuni dei quali quattro sono confinanti e coincidenti con comuni di produzione del Gavi Docg. Le brezze marine e la protezione dell’Appennino Ligure giocano una notevole influenza sui sentori dei vini.
- Ovada
- Belforte Monferrato
- Bosio
- Capriata d’Orba
- Carpeneto
- Casaleggio Boiro
- Cassinelle
- Castelletto d’Orba
- Cremolino
- Lerma
- Molare
- Montaldeo
- Montaldo Bormida
- Mornese,
- Morsasco
- Parodi Ligure
- Prasco
- Rocca Grimalda
- San Cristoforo
- Silvano d’Orba
- Tagliolo Monferrato
- Trisobbio.
Le altitudini dove è consentito piantare il dolcetto destinato all’Ovada Docg variano dai 200 ai 600 metri di altitudine. I bacini idrografici del fiume Orba e dei due torrenti affluenti dividono la zona di produzione in una riva destra e una riva sinistra, che inizialmente erano indicatori di differenze tra i vini, in realtà dallo studio di Davide Ferrarese è emerso che la tipologia dei suoli varia soprattutto da ovest verso est, seguendo il bacino sedimentario piemontese.
Esistono quattro tipi di suoli in questa zona:
- i Sedimenti Alluvionali;
- le Formazioni Metamorfiche della Crosta Oceanica;
- i Terrazzi Fluviali – terreni poco profondi composti principalmente da argilla, sabbia, ghiaia, con poco calcare e con ph neutro o comunque basso;
- le Formazioni Sedimentarie Marine – costituite soprattutto da marne e arenarie, ubicate principalmente sui pendii.
Gli ultimi due sono altamente vocati per la viticoltura.
L’uva dolcetto
- Nell’ovadese l’uva dolcetto è piantata in un ambiente dall’enorme biodiversità: le vigne sono spesso attorniate da boschi e prati.
- Il vitigno è storicamente presente in Piemonte, soprattutto nelle province di Alessandria (nell’Acquese, Ovadese e Tortonese), Asti e Cuneo.
- Lo troviamo anche in Liguria – dove viene chiamato Ormeasco e in Oltrepo’ Pavese e in Calabria.
- È un’uva complessa da gestire ma che presenta grandissime qualità enologiche: è ricco di tannini polimeri e ha un elevato numero di antociani come la Barbera o l’Aglianico.
Dodici Ovada Docg da zone differenti assaggiati alla cieca
L’obiettivo di questa degustazione alla cieca era sì trovare le differenze tra i vini (in base alla zona di produzione, all’annata e alla mano del produttore) ma era soprattutto quello di tracciare una carta d’identità dell’Ovada Docg, sottolineando le caratteristiche comuni che emergono sempre nei vini.
Anche Daniele Oddone – presidente del Consorzio di Tutela dell’Ovada Docg – ne è convinto: “L’Ovada deve avere un’identità! Con le sue differenze ma con caratteristiche comuni che si possono trovare in tutti i vini.”
Diversi quindi, ma con tratti che il consumatore può trovare sempre:
- la freschezza dovuta ad una spalla acida importante che sostiene l’alcolicità sempre piuttosto elevata;
- il corpo e la struttura;
- il tannino ben evidente e di qualità – più o meno morbido a seconda dell’annata o della zona di provenienza;
- un naso pulito, franco – più o meno complesso a seconda dello stile di vinificazione e dei suoli;
- note olfattive fruttate sempre presenti che si fondono con altre sensazioni che dipendono dalle variabili sopra indicate;
- un ottimo potenziale di invecchiamento.
Il disciplinare prevede un affinamento minimo di 12 mesi (20 per il riserva), ma lascia libertà di scelta sull’uso dei contenitori. Quindi il legno può esserci come no.
Gli Ovada Docg assaggiati nella serata del 3 ottobre
- Ovada Docg Az. Vitivinicola Federico Pesce – Silvano d’Orba – annata 2020
Fruttato, dai profumi vinosi e freschi e dal tannino elegante e morbido. - Ovada Docg Celso di Cascina Boccaccio – Tagliolo Monferrato – annata 2020 – vino Biologico
Floreale, fruttato, salmastro. Corposo e gastronomico. - Ovada Docg Tre Passi Avanti di Cascina Gentile – Capriata d’Orba – annata 2020
Naso balsamico e fruttato, sapido e molto persistente. - Ovada Docg di Alvio Pestarino – Capriata d’Orba – annata 2019
Naso complesso con sentori di frutta matura, spezie, note vanigliate. Gran finezza e bella struttura. - Ovada Docg La Valletta – Cremolino – annata 2018
Caratteristico, fine, balsamico. Dall’ottimo corpo e dalla bella spalla acida. - Ovada Docg Castello di Tagliolo – Tagliolo Monferrato – annata 2017
Al naso è fine con sentori di fiori freschi. I tannini sono morbidi e nel complesso è decisamente equilibrato.
Gli Ovada Docg assaggiati nella serata del 10 ottobre
- Ovada Docg Cantinte Mauro – Morsasco – annata 2019
Fruttato e speziato. Il tannino ancora bello evidente fa presaguire un ottimo potenziale di evoluzione. - Ovada Docg L’Eremita di Cascina Belvedere – Mornese – annata 2018
Macchia mediterranea al naso, bel corpo, spiccata acidità e dolcezza dei tannini. - Ovada Docg Gherlan del Castello di Grillano – Ovada – annata 2018
Frutti rossi, ma anche note di cacao e spezie. Molto profumato e dal gran corpo. - Ovada Docg Riserva di Cantina Alma – Cassinelle – annata 2018
Naso fruttato, tipico. Tannini morbidi e un piacevole retrogusto di mandorle. - Ovada Docg di Sassaia – Capriata d’Orba – annata 2017
Piccoli frutti rossi, leggera nota balsamica. Molta struttura, tannino ancora giovane, per un vino dalla lunga speranza di vita. - Ovada Docg La Bocassa di Cascina La Signorina – Carpeneto – annata 2011
Undici anni e non sentirli! Difficile alla cieca capire l’annata, anche il colore non ha avuto alcun segno di cedimento. Al naso prevalgono le note di frutta matura con sensazioni di mandorla e nocciola. Corpo ed eleganza vanno di pari passo all’assaggio. L’ultimo vino della batteria che ci fa dire: “Veramente un gran finale di serata!“
La doppia masterclass è stata istruttiva e interessante. Ci ha fatto aprire la mente sulle grandi potenzialità di questa denominazione, ci ha sorpreso perché forse non ci aspettavamo risultati così impressionanti dal dolcetto. I produttori hanno fatto un lavoro immenso. Non posso che complimentarmi con loro per come stanno valorizzando il territorio e la provincia di Alessandria attraverso una delle nostre uve autoctone!
Link correlati