Visita in azienda per la guida Slow Wine 2023 presso Azienda Agricola Gillardi
Farigliano (CN) – Piemonte.
Che simpatia mi ha suscitato Elena Gillardi! Mamma di famiglia, giovane produttrice, persona entusiasta. Bravissima a raccontare l’azienda, i vini, gli aneddoti della famiglia.
La famiglia Gillardi coltiva uva e produce vino da tre generazioni. Questa è la zona tipica del dolcetto, l’uva principe che domina da secoli in questa Langa del sud al confine tra la
Langa vera e propria – terra di Nebbiolo – e l’Alta Langa.
Siamo una terra di mezzo, in una Langa un po’ più selvaggia, dove il dolcetto ha trovato la sua massima espressione.
“Da secoli lo si reputa un vino da tavola, in realtà ci stupisce a volte per la sua struttura e la sua grande longevità.” dice Elena.
Nel video possiamo passeggiare virtualmente nella vigna Cursalet dalle viti di 90 anni d’età con esposizione a sud ovest e nel vigneto ad anfiteatro antistante la cantina, dove nasce il Dogliani Maestra. Le uve provengono da un insieme di parcelle di diverse epoche assemblate per ottenere un vino quotidiano e beverino.
Accando al dolcetto ci sono diversi altri vitigni, facili da riconoscere in epoca autunnale, quando i colori delle foglie hanno la massima intensità.
Partendo dal basso a ridosso del bosco, sono piantati filari di nebbiolo dalle foglie dal colore più acceso – uva per il Langhe Nebbiolo perché a Farigliano non è consentito produrre il Barolo – salendo troviamo diverse piante di dolcetto dal verde meno brillante, quindi 7 filari e mezzo di merlot dal verde più intenso e per finire alcune viti di syrah.
La scelta di piantare il nebbiolo così a valle è dettata dal fatto che quest’uva è più sensibile e ha bisogno di maggior protezione dal vento. Sul cucuzzolo domina il dolcetto, molto più resistente.
Un aneddoto divertente sui nonni di Elena
“Mio nonno con la sua famiglia abitava proprio su questa collina in località Corsaletto, nel comune di Farigliano. Mia nonna invece era originaria della borgata Sbaranzo, sulla collina di fronte nel comune di Clavesana. Racconta mia nonna che 70 anni fa il mondo era totalmente diverso. Era lei che faceva tutto il tragitto a piedi da una collina all’altra per incontrare il suo fidanzato, lui non si scomodava. Già all’epoca le donne erano ben più avanti degli uomini. Pinuccia Ferrero scendeva dalla borgata, percorreva a piedi con gli zoccoli tutto il bosco, superava la riva, anche d’inverno con la neve. Ne va orgogliosa e ancora oggi dice che senza la famiglia Ferrero i Gilardi non avrebbero fatto molta strada.”
“I miei nonni lavoravano queste terre che erano tutte in capo alla maestra di Farigliano. La maestra, il dottore e il farmacista all’epoca erano gli unici ad avere la macchina, erano stimati e tenuti in grande considerazione dagli abitanti del paese. Quando la maestra decise di vendere i vigneti, accettò l’offerta dei miei nonni, a cui era molto legata, pur avendo ricevuto offerte economicamente molto più vantaggiose. E i miei nonni le dedicarono un vino, il Dogliani Maestra.”
“Mio papà Giacolino, dallo spirito ribelle, è l’enologo di famiglia, ora consulente anche presso importanti cantine della zona. Grazie a lui, la nostra azienda è stata capace di guardare anche oltre al dolcetto – vitigno della tradizione che rimane sempre il nostro pane – piantando uve internazionali come Syrah, Merlot e Grenache e puntando anche sul Nebbiolo, a Farigliano con il Langhe Nebbiolo e col Barolo nelle nostre vigne di Barolo e La Morra.”