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Vini e Percorsi Piemontesi

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OperaWine 2022 a Verona: ecco i 130 migliori vini d’Italia

Wine Spectator ha presentato l’otto marzo 2022 a New York i 130 migliori vini d’Italia, testimoni della diversità e dell’autenticità del vino nazionale sul mercato americano.

VINITALY2022-operawine

Gli eletti sono ufficialmente i protagonisti dell’11ª edizione di OperaWine 2022, la degustazione in programma sabato 9 aprile alle ex Gallerie Mercatali che fa da anteprima a Vinitaly (Veronafiere, 10-13 aprile).

La lista dei 130 produttori è stata presentata a New York nel corso di una conferenza stampa, aperta agli operatori professionali statunitensi, al ristorante Gattopardo nell’ambito del roadshow di promozione e incoming per il 54° Salone internazionale dei vini e distillati.

I 130 vini selezionati da Wine Spectator regione per regione

A dominare, nelle valutazioni di Wine Spectator, sono i rossi con 97 etichette. Da Nord a Sud, sono nove le cantine new entry di OperaWine 2022, mentre sono 21 le ‘all timer’ ossia presenti dalla prima edizione del 2012.

Toscana
La Toscana guida la squadra enoica di OperaWine 2022 con 36 produttori.

  • Altesino |  Brunello di Montalcino Riserva Docg 2015
  • Antinori | Guado al Tasso 2018
  • Avignonesi | Vino Nobile di Montepulciano Poggetto di Sopra 2016
  • Baricci | Brunello di Montalcino 2013
  • Barone Ricasoli | Gran Selezione Castello di Brolio 2015
  • Biondi-Santi | Brunello di Montalcino Tenuta Greppo Riserva 2004
  • Boscarelli | Vino Nobile di Montepulciano Il Nocio 2016
  • Canalicchio di Sopra | Brunello di Montalcino 2012 Riserva
  • Carpineto | Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2016
  • Casanova di Neri | Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2012
  • Castellare di Castellina | Toscana I Sodi di San Niccolò 2017
  • Castello Banfi | Brunello di Montalcino Poggio all’Oro Riserva 2015
  • Castello di Albola | Chianti Classico Santa Caterina Gran Selezione 2015
  • Castello di Ama | Castello dì Ama Vigneto La Casuccia 2006
  • Castello di Monsanto | Chianti Classico Gran Selezione Vigna Il Poggio 2015
  • Castello di Volpaia | Il Puro Casanova Chianti Classico Gran Selezione 2017
  • Eredi Fuligni | Brunello di Montalcino Riserva Docg 2010
  • Fattoria di Fèlsina | Toscana Fontalloro 2013
  • Fontodi | Chianti Classico Vigna del Sorbo Riserva 2010
  • Il Poggione | Brunello di Montalcino 2015 Riserva Vigna Paganelli
  • Istine | Chianti Classico Levigne Riserva 2016
  • Le Macchiole | Le Macchiole Toscana Messorio 2015
  • Marchesi de’ Frescobaldi | Ripe al Convento di CastelGiocondo Brunello di Montalcino Riserva 2015
  • Mastrojanni | Brunello di Montalcino 2013 Vigna Loreto
  • Mazzei | Siepi 2015 Toscana
  • Ornellaia | Ornellaia Bolgheri Superiore 2009
  • Petrolo | Petrolo Val d’Arno di Sopra Galatrona 2019
  • Poggerino | Chianti Classico Bugialla Riserva 2015
  • Rocca delle Macìe | Chianti Classico Gran Selezione Trinità 2016 Limited Edition
  • San Felice | Vigorello Toscana 2018
  • San Filippo | Brunello di Montalcino Le Lucere 2015 Riserva
  • San Giusto a Rentennano | Percarlo 2010
  • Siro Pacenti | Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2010
  • Tenuta di Trinoro | Trinoro 2015
  • Tenuta San Guido | Sassicaia 2011
  • Valdicava | Valdicava Brunello di Montalcino Madonna del Piano Riserva

Piemonte

Anche il Piemonte è presente nell’elenco con un corposo numero di vini, ben 20 sono quelli selezionati.

  • Aldo Conterno | Barolo Romirasco 2012
  • Antoniolo | Gattinara San Francesco Riserva 2017
  • Braida di Giacomo Bologna | Bricco dell’Uccellone 2017
  • Cavallotto | Barolo Bricco Boschis Vigna San Giuseppe Riserva 2013
  • Elvio Cogno | Barolo Ravera 2013
  • Falletto di Bruno Giacosa | Barbaresco 2016 Asili Riserva
  • G.B. Burlotto | Barolo Monvigliero 2016
  • G.D. Vajra | Barolo Bricco delle Viole 2010
  • Giuseppe Mascarello & Figlio | Barolo Monprivato 2017
  • Luciano Sandrone | Barolo Aleste 2017
  • Massolino | Barolo Vigna Rionda Riserva 2010
  • Michele Chiarlo | Nizza Cipressi Vintage
  • Oddero | Barolo Vignarionda Riserva 2009
  • Paolo Scavino | Bric del Fiasc Riserva 2008
  • Pecchenino | Barolo Le Coste di Monforte 2008
  • Pio Cesare | Barolo Mosconi 2016
  • Produttori del Barbaresco | Barbaresco Montestefano Riserva 2015
  • Renato Ratti | Barolo Rocche dell’Annunziata 2011
  • Roagna | Barolo Pira 2016
  • Vietti | Barolo Villero Riserva 2013

Veneto

La terza regione è il Veneto con 19 vini in rappresentanza

  • Desiderio Bisol & Figli | Bisol 1542 Cartizze Dry, Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze D.O.C.G.
  • Mionetto | Dry Valdobbiadene Superiore di Cartizze NV
  • Nino Franco | Grave di Stecca 2014 |
  • Allegrini | La Poja IGT Veronese 2012
  • Bertani | Amarone della Valpolicella Classico 2010
  • Cesari | Amarone Della Valpolicella Classico Bosan Riserva 2010
  • Gini | Soave Classico Contrada Salvarenza Vecchie Vigne 2012
  • Leonildo Pieropan | Leonildo Pieropan Soave Classico La Rocca 2015
  • Maculan | Acininobili 2004
  • Masi | Amarone Classico Mazzano 2006
  • Prà | Prà Soave Classico Otto 2014
  • Roberto Anselmi | Capitel Croce 2019
  • Romano Dal Forno | Amarone della Valpolicella 2010
  • Suavia | Soave Classico Monte Carbonare 2015
  • Tedeschi | Capitel Monte Olmi Amarone della Valpolicella Classico Riserva 2011
  • Tommasi | Tommasi Amarone della Valpolicella Classico Docg Riserva “De Buris” 2010
  • Tommaso Bussola | Amarone della Valpolicella DOC “TB” “Vigneto Alto” 2007
  • Zenato | Amarone Riserva Sergio Zenato 2006
  • Zymè | Amarone Classico della Valpolicella Riserva La Mattonara 2003

Abruzzo

  • Binomio | Binomio Montepulciano d’Abruzzo DOC Riserva 2016
  • Masciarelli | Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma Riserva 2015

Basilicata

  • d’Angelo | Aglianico del Vulture Caselle 2012
  • Grifalco della Lucania | Aglianico del Vulture Superiore Damaschito 2015
  • Tenuta del Portale | Aglianico del Vulture Palmenti 2013

Calabria

  • Librandi | Val di Neto Gravello 2014
  • Vincenzo Ippolito | Colli del Mancuso Cirò Rosso Classico Superiore Riserva 2015

Campania

  • Feudi di San Gregorio | Fiano di Avellino DOCG 2019
  • Mastroberardino | Stilèma Greco di Tufo DOCG 2017
  • Montevetrano | IGT COLLI DI SALERNO ROSSO “MONTEVETRANO” 2009
  • Quintodecimo | Taurasi Vigna Quintodecimo Riserva 2014
  • Salvatore Molettieri | Taurasi Vigna Cinque Querce 2011
  • Terredora di Paolo | Fiano di Avellino CampoRe 2017

Emilia Romagna

  • Cleto Chiarli e Figli | Vecchia Modena Premium Lambrusco di Sorbara DOC 2021
  • Medici Ermete | Lambrusco Secco Reggiano Arte e Concerto 2020

Friuli Venezia Giulia

  • Bastianich |  Venezia-Giulia Red Calabrone 2015
  • Jermann | Venezia-Giulia Vintage Tunina 2018
  • Livio Felluga | Rosazzo Abbazia di Rosazzo 2016
  • Marco Felluga | Sauvignon Collio Riserva Russiz Superiore 2017
  • Vie di Romans | Pinot Grigio Friuli Isonzo Dessimis 2019

Lazio

  • Famiglia Cotarella | Montiano 2015

Liguria

  • Cantine Lunae Bosoni | Vermentino Colli di Luni-Liguria Black Label 2018
  • Terenzuola | Colli di Luni Vermentino Fosso di Corsano 2018

Lombardia

  • ArPePe | Valtellina Superiore Sassella Riserva 2002 Rocce Rosse
  • Ca’ del Bosco | Franciacorta Annamaria Clementi 2011
  • Guido Berlucchi | Berlucchi Palazzo Lana Riserva 2009
  • Nino Negri | Sfursat 5 Stelle 2016
  • Rainoldi | Valtellina Superiore Sassella Riserva 2007

Marche

  • Bisci | Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano 2019
  • Garofoli | Podium 2016
  • Umani Ronchi | Conero Campo San Giorgio Riserva 2012

Molise

  • Catabbo | Tintilia del Molise 2018

Puglia

  • Gianfranco Fino | Primitivo Salento ES 2015
  • Leone de Castris | Salice Salentino Donna Lisa Riserva 2017
  • Tormaresca | Aglianico Castel del Monte Bocca di Lupo 2016

Sardegna

  • Agricola Punica | Agricola Punica Isola dei Nuraghi Barrua 2012
  • Tenute Sella & Mosca | Cannonau Riserva 2018

Sicilia

  • Benanti | Etna White Superiore Pietra Marina 2016
  • Cusumano | Salealto Tenuta Ficuzza 2018
  • Donnafugata | Passito di Pantelleria Ben Ryé 2018
  • F. Tornatore | Trimarchisa Etna 2016
  • Graci | Etna Rosso Arcurìa “Sopra il Pozzo” 2016
  • Morgante | Nero d’Avola DOC Sicilia Riserva Don Antonio 2016
  • Planeta | Eruzione 1614 Nerello Mascalese 2018
  • Tasca d’Almerita | Contrada Sciaravuova V.V. 2017 Tenuta Tascante

Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Gli Stati Uniti sono sempre più mercato di riferimento per i Paesi produttori; la domanda Usa – come rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly – nel 2021 ha azzerato il Covid con gli interessi grazie a un incremento delle importazioni complessive a valore del 26% sul 2020, ma anche del 14% rispetto all’anno pre-pandemico 2019. In questo contesto – prosegue Mantovani – l’Italia si conferma, assieme alla Francia, produttore di riferimento con quasi 1/3 del mercato di vini di importazione e un balzo a valore del 18%, a 2,26 miliardi di dollari. L’ampliamento della selezione di Wine Spectator a 130 vini è il segnale della costante crescita qualitativa del vino italiano su questa piazza strategica. Non è un caso – conclude il direttore generale di Veronafiere – se al prossimo Vinitaly, oltre alla fondamentale partnership con Wine Spectator per OperaWine, il focus inaugurale sarà dedicato al nostro primo mercato al mondo e al Canada, che saranno presenti alla quattro giorni b2b con un contingente straordinario di buyer, grazie anche alla collaborazione di Ice Agenzia”.

Corso per la Prevenzione del Sessismo sul Lavoro e giornate delle Donne del Vino

Lunedì 7 marzo 2022, a Palazzo Madama la Ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti, insieme al Presidente della Commissione Politiche UE Dario Stefano, hanno presentato

  • il primo corso di “prevenzione del sessismo” per i luoghi di lavoro
  • e le Giornate delle Donne del Vino, quest’anno dedicate al FUTURO e alla PACE, che si svolgeranno per la prima volta contemporaneamente in 11 Paesi del mondo: Argentina, Australia, Austria, Cile, Croazia, Francia, Georgia, Germania, Nuova Zelanda, Perù e Usa.
donne del vino prevenzione sessismo
Da sinistra Laura Donadoni, Manuela Zennaro, Donatella Cinelli Colombini, la ministra Elena Bonetti, il senatore Dario Stefano

Donne del Vino verso la parità di genere

Le Donne del Vino si impegnano attivamente per il cambiamento: il comparto enologico è infatti un settore dove le donne sono in minoranza sia nei numeri sia nei ruoli, in vigna e in cantina, ma dominano i nuovi settori delle imprese enologiche: commerciale, marketing, comunicazione e turismo. Un’avanzata che fa leva sulla maggiore scolarizzazione e sull’attitudine alla relazione proprie del genere femminile.

Da questo le Donne del Vino hanno tratto spunto per far conoscere in Italia il primo corso per la “prevenzione del sessismo” cioè di quelle parole, gesti e immagini che creano un ambiente di lavoro poco libero e professionale. Un corso che la giornalista ed esperta Laura Donadoni sta elaborando partendo dal “Sexual Harassment Prevention Training” obbligatorio in California.

Quello presentato è il progetto con la demo, in attesa che si verifichino le condizioni necessarie per farlo partire, ovvero l’introduzione dell’obbligatorietà per tutti i neo assunti.

Qualche informazione sul corso:

  • sarà composto da 12 mini lezioni di 3 minuti ciascuna con quiz finale, per un totale di un’ora;
  • sarà fruibile online;
  • servirà ad avere consapevolezza di quali comportamenti creano un ambiente di lavoro sessualizzato, ovvero ciò che fa sentire obbligati i sottoposti a compiacere il capo che ha appeso il calendario con persone nude, oppure mostra un video, divertente, ma con contenuti erotici. Comportamenti che creano un clima ostile che limita la libertà delle persone e pone i rapporti su un piano diverso da quello professionale.

«Introdurre la parità di genere nei luoghi di lavoro è uno degli assi strategici del governo per lo sviluppo dell’economia italiana. Lo dimostra l’adozione della prima Strategia Nazionale per la parità di genere nella nostra storia, adozione resa strutturale in legge di bilancio e che vede nella Strategia lo strumento trasversale di valutazione del raggiungimento degli obiettivi di parità nei progetti del Pnrr. E con la Certificazione per la parità di genere viene reso possibile un meccanismo di premiante verso le aziende virtuose, con sgravi e premialità – spiega la Ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia Elena Bonetti -. Auspico che il mondo del vino e in genere il settore agricolo diventino sempre più esempi di questo grande cambiamento nella cultura del lavoro. Un cambiamento vettore di sviluppo che vede protagoniste le donne e che farà risalire l’Italia dagli ultimi posti in Europa nel gender gap fra i Paesi europei».

Elementi sociali ed economici su cui insiste anche il Senatore Dario Stefàno: «L’Unione Europea chiede il massimo impegno nel contrasto alla discriminazione di genere. Tale diseguaglianza è un freno al rilancio del Paese anche perché costa all’Italia 89 miliardi l’anno, il 6% del Pil. La valorizzazione delle donne è la risorsa inespressa da mettere in campo per accelerare la ripresa, soprattutto nel vino. Il settore agricolo riceve consistenti aiuti europei e nei bandi collegati al PNRR può trovare risorse aggiuntive per gli investimenti. La diffusa applicazione della norma sulla Certificazione di genere, può mettere le ali alle aziende dove la disparità tra uomini e donne è stata cancellata. I corsi di “Prevenzione al sessismo” proposti dalle Donne del Vino potrebbero essere un elemento importante per abbattere discriminazioni e diversità».

Corsi di prevenzione antisessismo per creare ambienti di lavoro solidali

«Facendo conoscere questi corsi, le Donne del Vino sperano che venga riconosciuta la loro utilità e siano resi obbligatori – spiega la presidente dell’Associazione Donatella Cinelli Colombini – Chi pensa che la violenza verso le donne appartenga al passato, si illude. Nello studio condotto nel 2021 per le Donne del Vino dall’Università di Siena dal professore Lorenzo Zanni e dalla ricercatrice Elena Casprini, è emerso che nel 6,9 delle aziende intervistate erano avvenuti dei casi di violenza, nel corso dei precedenti tre anni. Ma si tratta solo della punta dell’iceberg, perché come ben sappiamo, la stragrande maggioranza degli abusi rimane sommerso».

In California, la frequenza dei corsi da parte di tutti i nuovi assunti ha ridotto le molestie sessuali e fatto aumentare l’identificazione dei comportamenti scorretti favorendo il rispetto anche fra persone appartenenti a culture diverse. «L’idea di portare in Italia il corso di prevenzione è stata da me proposta alle Donne del vino a gennaio – spiega Laura Donadoni – in seguito alla mia esperienza professionale in USA, spinta dalla volontà di fare qualcosa di concreto per migliorare le condizioni di lavoro delle donne. Negli USA questi corsi hanno contribuito a far sentire le potenziali vittime di sessismo più forti nel denunciare, spingendo anche chi assiste a non rimanere in silenzio».

Giornate delle Donne del Vino 2022 con donne di 11 paesi unite da un messaggio di pace

Nel corso della Conferenza a Palazzo Madama, sono state presentate anche le Giornate delle Donne del Vino, (1°-14 marzo), organizzate in occasione dell’8 Marzo, per trasmettere un messaggio di pace e di speranza per il futuro. Le donne saranno unite da un messaggio e l’hashtag #coltiviamoilfuturo:

Le Donne del Vino coltivano il futuro e la pace, la bottiglia come simbolo e contenitore dei messaggi diretti alle nuove generazioni: “senza pace non c’è futuro”.

 

donne del vino e futuro

Sono proprio le foto delle Donne del Vino, il punto di forza dell’iniziativa per il loro effetto virale nella rete. Ogni foto ritrae una donna con in mano la bottiglia etichettata con il logo dell’evento. L’immagine mostra silhouette femminili giovani che guardano in direzioni diverse e appartengono a etnie diverse. Hanno i colori della terra, nelle sue diverse tonalità e sono sovrastate da onde che richiamano la comunicazione internet ma portano con loro foglie di vite e grappoli. Simboleggiano l’universo femminile del vino che guarda al futuro in direzioni diverse ma con uno stesso spirito solidale e fiducioso usando la tecnologia per fare network. Quest’anno infatti, per la prima volta, partecipano le donne del vino di 11 nazioni diverse. Nelle bottiglie vuote ci sono le speranze e gli auspici per le nuove generazioni scritte su cartigli. Ecco che la bottiglia di vino diventa un simbolo che unisce, una capsula del tempo che manda messaggi sul tema 2022 “Futuro e pace”.

Le Giornate delle Donne del Vino sono un tassello del network internazionale di cui l’associazione italiana è capofila e che avrà il suo momento clou in occasione di SIMEI, fiera delle macchine per l’enologia che si svolgerà dal 15 al 18 novembre a Milano e vedrà la presenza di due rappresentanti per ogni associazione femminile dell’enologia mondiale. Le Donne del Vino, con le sue 950 socie di tutte le regioni italiane e di tutta la filiera enologica, è la più grande e organizzata associazione femminile del mondo e, anche per questo, ha un ruolo guida per l’intero movimento.

#coltiviamoilfuturo #cultivatethefuture.

Le Donne del Vino

Le Donne del Vino sono l’associazione di enologia al femminile più grande del mondo. Nata nel 1988, conta oggi quasi 950 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. L’associazione è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Due anni fa hanno costituito un network internazionale con 10 associazioni simili in altre parti del mondo.

Associazione Nazionale Le Donne del Vino

Fonte: Ufficio stampa

Vignaioli di Montagna, Milano | 13, 14 marzo 2022

vignaioli di montagna

In partenza, negli spazi di BASE e Cariplo Factory del centro culturale e creativo attivo in zona Tortona a Milano, domenica 13 e lunedì 14 marzo 2022 la seconda edizione di “Vignaioli di Montagna“.

Artigianalità, sostenibilità, valorizzazione dei territori e delle produzioni di montagna

  • Vignaioli Indipendenti del Trentino
  • Vignaioli Indipendenti dell’Alto Adige
  • Trento Film Festival

questi saranno i protagonisti dell’evento milanese, per una due giorni di degustazioni, incontri e proiezioni in compagnia di vini e vignaioli.

Il programma di Vignaioli di Montagna

Domenica 13 marzo 2022 | dalle ore 11 e fino alle ore 20

  • 50 banchi di assaggio
  • oltre 100 vini in degustazione
  • i racconti dei produttori trentini e altoatesini
  • formaggi d’alpeggio trentini
  • speck artigianale sudtirolese
  • pane tipico della regione.

Domenica 13 marzo 2022 | ore 20.30
speciale proiezione a cura del Trento Film Festival, del grande classico del cinema di montagna “Everest – Sea to Summit (Australia, 1992, 61′)”

  • Tim Macartney-Snape, il primo alpinista a tracciare una nuova via sull’Everest senza ossigeno.
  • Regia Michael Dillon
  • Trama: un grande viaggio verso la cima dell’Everest percorrendo a piedi, passo dopo passo, tutti gli 8848 metri che la separano dal mare, dalla Baia del Bengala fino alla vetta.
  • Premio: Genziana d’oro al Trento Film Festival nel 1993

Lunedì 14 marzo 2022, Sale di Cariplo Factory 
tre masterclass dedicate alla viti-enologia delle Terre Alte in compagnia dei Vignaioli del Trentino e dell’Alto Adige.

  • ore 11
    Massimo Zanichelli conduce la degustazione “I Bianchi di Montagna”
  • oree 14
    Sara Missaglia conduce “I Rosa di Montagna”
  • ore 16.30
    Fabio Giavedoni parla de “I Rossi di Montagna”

Info e biglietti sul sito vignaiolidimontagna.it

Agnolotti: pasta fresca della tradizione piemontese

Si fa presto a dire agnolotti! In Piemonte infatti esistono diverse tipologie di ricette di agnolotti.

Abbiamo gli agnolotti piemontesi, quelli alessandrini, gli agnolotti di Casale Monferrato, gli agnolotti della Val Cerrina, gli agnolotti al tartufo bianco, quelli di magro e molti altri ancora.

agnolotti-e-dolcetto-di-dogliani-

Se poi iniziamo a girare di casa in casa le ricette delle nonne sono ancora tutte diverse tra loro.

Ogni cuoca custodisce nei ricettari di famiglia piccole varianti e segreti.

Purtroppo, con la frenesia della vita moderna, la tradizione di fare la pasta fresca in casa si è un po’ persa.

Mi ricordo mia nonna che negli anni 80 ancora preparava tutti i sabati mattina la pasta fatta in casa, tirando la sfoglia con la macchinetta Imperia (la nonna della mia amica Faby invece la tirava col mattarello!).

Che festa ogni volta vederla lavorare. La nonna preparava il giorno prima il ripieno. Il giorno successivo impastava la farina con le uova, quindi lei e mia zia iniziavano a riempire e tagliare decine e decine di agnolotti buonissimi.

Quando il ripieno era terminato, con gli avanzi di pasta, facevano le tagliatelle.

Ora mia nonna, originaria di San Salvatore Monferrato, non c’è più e non ha lasciato scritta la ricetta, per cui non saprei raccontarvi quali erano i suoi segreti.

Gli ingredienti e le varianti

libri-cucina-piemontese

Spulciando tra diversi i libri di cucina piemontese che popolano la mia libreria, ho scoperto che esistono varianti anche per la stessa ricetta.

Partiamo dalla carne del ripieno: può essere di vitello e/o di maiale con aggiunta di salame cotto e di salsiccia.

Altre volte troviamo carni di coniglio e salsiccia e per i palati più “preparati” si aggiungono frattaglie come il cervello o la milza. In altri casi si prepara prima un arrosto o un brasato, quindi la carne viene tritata a mano ed impastata agli altri ingredienti.

Agnolotti Alessandrini

Sul libro “Monferrato con Gusto” (redatto dalla Camera di Commercio di Alessandria) ho trovato la ricetta tradizionale delle famiglie alessandrine, dove una parte molto importante viene giocata dal vino Barbera.

Ce ne vuole una bella bottiglia per mettere in marinatura la carne (con le spezie e le verdure) per una notte.

Successivamente si filtra la carne e si tiene il vino da parte. Questo vino sarà utilizzato in alcune fasi della successiva cottura.

Si usa principalmente carne di manzo (la parte del collo detta matamà) che viene tagliata in cubotti, e fatta rosolare con le verdure (sedano carota e cipolla), mentre il vino filtrato bolle in un’altra pentola.

I piemontesi usano molto le frattaglie in cucina, per cui a questo punto occorre aggiungere la milza nel tegame e anche un po’ di salsiccia.

Dopo che la carne si è ben colorita, viene coperta col vino bollente e lasciata cuocere per 2 ore circa.

Quando la carne è arrivata a cottura, si mette da parte un po’ di intingolo per condire gli agnolotti, la parte restante viene tritata a coltello e si inizia la preparazione del ripieno.

La carne sminuzzata viene mescolata con le uova, il salame cotto, il parmigiano, il sale e il pepe.

Per ammorbidire e dare un tocco in più al ripieno si aggiungono anche delle foglie di scarola o verza o cavolo cappuccio passate in padella nel burro e tritate (anche in questo caso, da un paese all’altro, o da una cucina all’altra, le foglie di verdura possono variare).

A questo punto si prepara la pasta all’uovo con uova e farina.

La pasta può essere stesa con l’apposita macchina o con il mattarello.

Dopo la stesura si ritagliano con un coltello dei rettangoli, dove vengono posate le palline di ripieno.

Quindi sul primo rettangolo se ne appoggia un altro delle stesse dimensioni, si fa pressione con le dita intorno ad ogni pallina di ripieno per dare la forma degli agnolotti, quindi si taglia la pasta con una rotella dentata (ma anche con un coltello o con un coppapasta).

A seconda delle ricette e delle famiglie gli agnolotti prendono la forma di quadrati di pasta ripiena più o meno grandi. Quelli alessandrini possono raggiungere i 4 cm per lato.

I classici piemontesi di solito sono più piccoli (2 cm per lato).

Agnolotti della Val Cerrina

Leggendo il libro “Monferrato con gusto” ho imparato che questi agnolotti hanno al loro interno carne di coniglio.

Con questa variante li ho gustati in varie zone del Piemonte, per esempio ad Acqui e anche dalle parti di Sassello e Roccaverano.

Alla carne di coniglio viene aggiunta la carne di vitello, del salame cotto e del prosciutto crudo. Gli altri ingredienti si assomigliano alla ricetta precedente, in quanto abbiamo sempre le uova e le foglie di cavolo.

Per quanto riguarda il vino, in questo caso, si usa del buon vino bianco secco piemontese solo per sfumare.

Anche i profumi sono differenti in quanto per rosolare vengono utilizzati cipolla, aglio e un mazzetto di erbe aromatiche.

Si termina la cottura aggiungendo del brodo vegetale (al posto del vino rosso della ricetta alessandrina).

La carne una volta pronta può essere utilizzata sia per il sugo (condimento), sia come ingrediente di base per il ripieno, quindi meglio prepararne in abbondanza.

Agnolotti di Casale Monferrato

Nella ricetta degli agnolotti casalesi vengono utilizzate la polpa di manzo, la polpa di vitello, il prosciutto cotto, il cavolo, le uova, il vino bianco e il solito trito di sedano, carota e cipolla.

Per profumare viene aggiunto il prezzemolo.

La preparazione è molto simile in quanto le carni vengono prima tagliate a pezzi e cotte insieme alle verdure. Si sfuma con il vino bianco e si porta a cottura.

Una volta pronta la carne, la si trita finemente (sempre meglio tritare a mano piuttosto che con un cutter).

A questo punto si aggiunge il cavolo ben strizzato (dopo averlo lessato), il prosciutto cotto e un trito di prezzemolo e aglio che viene unito al composto insieme al parmigiano e alle uova.

La pasta fresca di questa tipologia di agnolotti è fatta con farina, acqua e sale.

Agnolotti del plin al sugo d’arrosto

Per gli agnolotti al plin al sugo di arrosto si utilizzano la carne di vitello e la carne di maiale. Anche se alcune varianti prevedono l’aggiunta di cervella e salsiccia.

Occorre per prima cosa preparare gli arrosti (di vitello e di maiale), rosalando la carne e sfumandola con del buon vino rosso del Piemonte.

Una volta cotta (ci impiega circa 2 ore a seconda della grandezza), occorre sminuzzarla e aggiungere gli altri ingredienti del ripieno.

Quindi come per le ricette precedenti occorrono le foglie sbollentate di spinaci (o verza, scarola), le uova, il Parmigiano grattugiato, il sale e il pepe.

La preparazione della pasta ripiena varia leggermente.

Per ottenere i plin la pasta va “pizzicata”. Plin infatti in dialetto piemontese significa “pizzicotto”.

Si prepara la pasta fresca con la farina e con le uova, come di consueto. Successivamente si dispongono le palline di ripieno ad una distanza di circa un centimetro una dall’altra sui rettangoli di pasta.

Occorre posizionare il ripieno ad un centimetro circa da uno dei due bordi lunghi del rettangolo, in modo da poter poi ripiegare la pasta.

A questo punto con le dita si pizzica la pasta tra una pallina e l’altra per chiudere bene il ripieno, poi con la rotella si separano tra di logo gli agnolottini. Molto sottile il confine che permette di distinguere un piatto di ravioli al plin da un piatto di agnolotti.

In alcune zone i termini sono usati alternativamente come sinonimi. Secondo altri la differenza la fa il ripieno, ma anche la zona di produzione. Ad Acqui quasi tutti li chiamano Ravioli spostandosi verso il Torinese o verso Casale in carta nei ristoranti e nei locali vedi molto più spesso la dicitura agnolotti.

Agnolotti Canavesani

In provincia di Torino, ai piedi delle Alpi, troverai spessissimo questo piatto, con moltissime varianti in tanti ristoranti.

In questo video gli ingredienti variano molto rispetto alle ricette di Langhe e Monferrato, in quanto troviamo oltre alla verza e alla carne di manzo anche la salsiccia, il prosciutto, la pancetta e il riso!

 

Curiosità

Come si può notare, in tutte le ricette di agnolotti viene utilizzato spesso e volentieri il cavolo per ammorbidire il ripieno.

In alcune ricette però questo ingrediente viene sostituito con la scarola, le erbette o con gli spinaci.

Abbinare gli agnolotti ai vini piemontesi

Tutti gli agnolotti possono essere abbinati con vini del Monferrato a base barbera, con la Barbera d’Asti (magari cercando una versione con una gradazione alcolica non troppo elevata) o con il Dolcetto.

Anche per il Dolcetto possiamo sbizzarrirci a seconda di dove siamo.

Nella zona delle Langhe possiamo spaziare dal Dolcetto di Dogliani a quello di Alba, nell’ovadese possiamo provare questo piatto con un Ovada Docg e nell’acquese assaporiamoli con un Dolcetto d’Acqui.

Provare gli abbinamenti è un’esperienza molto interessante per cui non limitare la tua fantasia e spingiti anche ad assaggiarli con una freisa, con un grignolino e perché no con uno spumante metodo classico come l’Alta Langa.

Azzarderei anche un assaggio con il nuovo Spumante Rosé Brut Brachetto Acqui.

Per gli angolotti canavesani meglio senz’altro abbinare un vino del Canavese, ma ancora più indicato, mangiarne una seconda porzione provando ad abbinare un vino di un’altra zona del Piemonte (dieta permettendo) per vedere quali sono le differenze.

Sulla seconda porzione, ovviamente stavo scherzando (o forse no).

Link utili
  • Agnolotti e pasta fresca del pastificio Baracco
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© Laura Norese | Acqui Terme | Piemonte P.I. 02150890065 - lauranorese@viniepercorsipiemontesi.com

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